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LA GRATITUDINE: RALLENTA ED APPREZZA QUELLO CHE HAI.

  • Immagine del redattore: Valeria Casella
    Valeria Casella
  • 23 nov 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

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Il quarto giovedì di Novembre è il giorno del Ringraziamento negli Stati Uniti e questa ricorrenza mi porta a scrivere della Gratitudine.

In un mondo che si muove veloce e ci spinge a consumare sempre di più, a volere sempre di più, a vedere solo il bicchiere mezzo vuoto e a fare a gara con il vicino per l’ultimo modello di scarpe, smartphone o chissà che altro, siamo capaci di rallentare ed apprezzare quello che abbiamo?


La tradizione del Thanksgiving Day nasce nel 1621 a Plymouth, nell’attuale Massachussetts. I Padri Pellegrini furono si trovarono di fronte un Nuovo Mondo arido ed incontrarono diverse difficoltà nel coltivare la terra, così gli Indiani li aiutarono insegnando loro cosa seminare e quali animali allevare e quell’anno il raccolto fu finalmente abbondante. In quel primo quarto giovedì di Novembre resero grazia a Dio con una cena, quella che poi divenne la tradizionale cena del giorno del Ringraziamento. Abramo Lincoln nel 1863 istituì la festa ufficialmente. 

E’ tradizione passare la sera del Ringraziamento con parenti ed amici, a casa, per poter condividere la gioia per ciò che si ha e provare appunto un profondo senso di gratitudine.


Cosa significa provare gratitudine e come può favorire il benessere?


Significa riconoscere il buono che c’è nell’altro e quindi nel mondo, significa non dare niente per scontato e significa vivere nel qui ed ora senza rincorrere follemente un’irraggiungibile felicità materiale che scappa sempre più lontana ad ogni nostro passo.

Anche il Buddismo ci parla di questo sentimento e ci invita a svilupparlo ogni giorno nelle piccole cose con presenza ed animo leggero. Fare il thè prestando attenzione ad ogni gesto apprezzando il processo, attendendo il momento di berlo e poi gustarlo con tutti i sensi senza dare per scontata l’acqua, nè il pentolino, nè la tazza in cui rovesciamo la bevanda, nè il colore, il profumo ed il sapore ma provando serenità per questo attimo che ci stiamo dedicando è praticare la gratitudine.


Ricambiare un sorriso per la strada, accogliere un gesto gentile, focalizzarsi sul positivo unisce le persone in questo senso di gratitudine ed abbassa i conflitti perchè chiunque è in grado di apprezzare ciò che ha non ha il tempo di invidiare l’altro anzi è partecipe dei suoi successi. Allenare questa qualità ci permette di imparare ad apprezzare anche le sfide che indubbiamente la vita ci pone e ci aiuta a guardare a quelle del passato con leggerezza e con la consapevolezza che sono stati questi momenti difficili a fare di noi le persone che siamo oggi. Ogni imprevisto, ogni momento di sconforto, ogni salita ci danno la possibilità di attivare tutte le nostre risorse per superarli e questo aumenta il nostro senso di efficacia ed anche l’autostima.


Esiste una tecnica, quella delle Parole Evocatrici di Roberto Assagioli che è molto utile per chiunque voglia praticare e consolidare il sentimento della gratitudine. La tecnica consiste nell’evocare, appunto tramite le parole, la qualità che su cui ci si vuole esercitare cercando di richiamare lo stato corporeo corrispondente e che a sua volta andrà ad avere influenza sullo stato della mente. E’ come allenare un muscolo in palestra: più mi immagino di sentire gratitudine più sono capace di provare gratitudine.


Anche all’interno di un percorso di miglioramento personale, di counseling o di psicoterapia è fondamentale concentrarsi su questo sentimento perchè, come detto, permette di guardare alle sfide del passato, del presente e del futuro in modo positivo e con fiducia nei propri mezzi e nelle proprie capacità. 


A cura di

Valeria Casella Life Coach & Content Writer


 
 
 

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