Il tempo sospeso.
- grafica047
- 19 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 26 apr 2021

In questo tempo pandemico ognuno di noi ha sperimentato un senso di fatica, di perdita e di vuoto. Anche i nostri ragazzi, ubbidienti alla norma, hanno sperimentato emozioni di tristezza e di rabbia.
Abbiamo chiesto loro, per proteggerci e per proteggere i nonni, di smettere di avere relazioni tra pari, di smettere di andare a scuola e di fare sport.
Glielo abbiamo chiesto per più di un anno e non abbiamo capito pienamente che stavamo loro chiedendo di smettere di cercare quegli stimoli buoni che, in adolescenza, durante la crescita, nutrono l’individuo e contribuiscono a creare un’identità sociale e relazionale. Tanti dei nostri figli sono arrabbiati e manifestano la rabbia attraverso comportamenti violenti, altri sono spaventati e smettono di andare a scuola o di uscire, rimangono chiusi in casa, ritenendo quello un luogo sicuro.
Il Coronavirus ha posto i ragazzi dinanzi a un enigma dalla portata significativa; si ritrovano, infatti, ad attraversare un’impresa ardua in un delicato momento della propria esistenza: l’adolescenza.
In questo pezzo di vita avrebbero potuto esplorare se stessi e il mondo circostante, si sarebbero confrontati con la realtà di tutti i giorni, affrontando prove complesse ma uniche e irripetibili, quali esami per la scuola o per la patente di guida, avrebbero vissuto momenti piacevoli nelle gite scolastiche tra divertimento e condivisioni amicali, avrebbero vinto o perso i campionati sportivi, avrebbero, forse, festeggiato il compleanno con feste organizzate nei minimi particolari, capaci di trasformare i propri sogni in realtà condivisibili.
Non sarebbe stato tutto perfetto, ma sarebbe stato tutto vero perché vissuto in prima persona, tra le emozioni più disparate e il brivido di esserci, in ogni singolo istante.
La solitudine, la noia, la frustrazione, l’insicurezza, la tristezza, la rabbia sembrano prendere il sopravvento, scaraventando i ragazzi in un turbinio di emozioni talvolta violente e disorganizzate. Questo, se mal gestito, potrebbe portare a un malessere interiore fino alla messa in atto di comportamenti dannosi, per se stessi e per gli altri.
La psicoterapia, favorisce il riconoscimento e il contatto con le loro emozioni, rappresenta una possibilità di crescita e di recupero di questo tempo sospeso, perché, i nostri ragazzi, si sono trovati a vivere qualcosa di extra ordinario, ma proprio per questo, dobbiamo far loro vedere la strada per fronteggiare le ripercussioni possibili per la loro crescita, affinché possano mettere in atto le risorse che gli permetteranno di uscire fuori dalla pandemia in modo consapevole e determinato, affinando la capacità di resilienza ovvero la capacità dell'individuo di adattarsi in maniera positiva ad una condizione negativa e traumatica.




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