GIU’ LA MASCHERA: UN VIAGGIO DIETRO LE QUINTE DEL TUO SPETTACOLO PERSONALE
- Valeria Casella

- 30 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min

Secondo Charles Darwin la specie che sopravvive non è la più forte bensì quella che sa adattarsi meglio al cambiamento e l’essere umano ne è la prova. Non solo siamo in grado di adattarci all’ambiente, siamo anche capaci di intervenire su di esso così che possa soddisfare al meglio i nostri bisogni ed i nostri desideri.
Nel piccolo tutti noi sappiamo improvvisare, adattarci e superare le difficoltà, tuttavia ci sono casi in cui una transitoria strategia funzionale prende il sopravvento trasformandosi in un tratto disfunzionale che ci causa sofferenza.
Fin da bambini si impara a mostrare taluni tratti di sé e a nasconderne altri con lo scopo di ottenere amore dai genitori e dai caregivers, apprezzamento dai coetanei e per essere accettati nel proprio ambiente di riferimento, quindi si inizia a fare pratica con delle maschere. Queste permettono di presentarci al mondo in modo da restare ben distanti da possibili pericoli quali rifiuto, giudizio, abbandono, umiliazione, ingiustizia e tradimento e sono un meccanismo di difesa inconscio che mettiamo in atto più e più volte in ogni relazione ad ogni età.
Di per sé la loro funzione ha senso quando ci limitiamo a vestire i panni di certi personaggi per superare una difficoltà o per gestire un imprevisto. Ad esempio comportarsi da “duri” è un atteggiamento che funziona bene in una situazione in cui è necessario mantenere la calma, controllare le emozioni e magari anche guidare altre persone e perde il suo significato quando diventa un muro che ci separa dall’altro con cui non riusciamo a connetterci emotivamente.
Là dove c’è una relazione c’è una maschera che cerca di nascondere, offuscare, sbiadire emozioni e pensieri che crediamo possano farci perdere amore ed approvazione se mostrati. Purtroppo però queste interpretazioni anziché proteggere dal dolore e dalla sofferenza, li alimentano sia dentro che fuori: non ci sentiamo noi stessi e l’altro percepisce questa non-autenticità, ci si irrigidisce e si agisce in base a spinte inconsce che cercano di abbassare il volume di emozioni che gridano sempre più forte.
Cosa possiamo fare per imparare a stare in relazione?
Possiamo imparare ad accettare noi stessi e le nostre imperfezioni, possiamo accogliere le nostre insicurezze, la nostra fragilità e la nostra vulnerabilità in quanto essere umani fallibili. Non saremo mai perfetti, non potremo mai salvare chiunque, non saremo mai liberi dal giudizio dell’altro, né possiamo piacere ad ogni persona che incontreremo lungo la nostra strada e va bene così.
La vulnerabilità è un super potere che può metterci in relazione con l’altro in modo autentico e sincero, ci permette di imparare a chiedere e ricevere aiuto ed è possibile iniziare a sperimentare questa relazione all’interno di un percorso di counseling e psicoterapia.
L’ambiente protetto e sicuro che è lo studio del professionista della relazione d’aiuto è quel camerino dove l’attore può togliere la maschera e gli abiti di scena e mostrare l’essere umano che è.
Psi Studio può accompagnarti in quel viaggio dietro alle quinte del tuo spettacolo personale aiutandoti a scoprire, accettare ed amare quei tratti che nascondi spaventato dietro ai personaggi che interpreti al lavoro, in famiglia o con gli amici.
“Spesso una maschera ci dice più di un volto” Oscar Wilde
A cura di
Valeria Casella
Life Coach & Content Writer
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